“Le Sacre du printemps” di Béjart: la sacralità dell’amore fisico
La primavera è qualcosa di più di quella straordinaria forza primordiale che si cela sotto l’orologio dell’inverno per poi emergere all’improvviso e salutare il mondo in tutte le sue forme, siano esse vegetali, animali o umane. L’aspetto fisico dell’amore tra due esseri umani simboleggia l’atto stesso con il quale il Creatore ha dato vita al cosmo e la gioia che ne è derivata. In un’epoca in cui le frontiere fra gli esseri umani stanno cominciando a poco a poco a crollare ed è finalmente possibile parlare di una cultura che non accetta più i propri limiti, solo le forze universali ed essenziali dell’uomo si mantengono inalterate in ogni civiltà. Questo balletto rifiuta dunque qualsiasi pretesa di pittoresco; è un inno all’unione fra l’Uomo e la Donna a un livello più istintivo ed essenziale, una danza dell’unione tra cielo e terra, una danza di vita e morte, eterna come la primavera.
Maurice Béjart, 2003 (Dal programma di sala, The Tokio Ballet, del Teatro alla Scala 2019)