“Xenos” di Akram Khan, dopo Romaeuropa, per due serate a Torinodanza


“Xenos” di Akram Khan, dopo Romaeuropa, per due serate a Torinodanza
"Xenos" di Akram Khan foto Jean Louis Fernandez

Dagli archivi del XX secolo, per il centenario della Prima Guerra Mondiale, il coreografo anglo-indiano Akram Khan (leggete mia intervista del 2012), ha trovato una storia, vera, drammatica che ha tradotto, insieme alla drammaturga Ruth Little e lo scrittore Jordan Tannahill, nel sogno di un soldato coloniale immaginario, in trincea insieme a un milione e mezzo di suoi connazionali chiamati alle armi e che fa rivivere, con struggente poesia, nel suo nuovo assolo Xenos (straniero). Lo spettacolo ha debuttato, in prima nazionale (18 -20 settembre) al Festival Romaeuropa, al Teatro Argentina, con ovazioni interminabili e sarà ospite alle Fonderie Limone Moncalieri per due serate, il 25 e 26 settembre (ore 20.45) per Torinodanza Festival. I nomi dimenticati di questi uomini riemergono e giungono al pubblico attraverso la voce scricchiolante di un grammofono a batteria, Xenos è un nuovo Prometeo, il Titano che creò l’uomo dell’argilla e rubò il fuoco agli Dei per consentire all’umanità di costruire una civiltà e per questo fu orribilmente punito, incatenato su una montagna e torturato. Il soldato di Khan combatte e muore nelle trincee della Grande Guerra e diventa metafora della colonizzazione; una danza di struggente bellezza con le scene di Mirella Weingarten, i costumi di Kimie Nakano, le luci di Michael Hulls, accompagnata dalla musica dal vivo composta da Vincenzo Lamagna con Nina Harries (contrabbasso e voce), B C Manjunath (percussioni e konnakol), Tamar Osborn (sassofono e baritono), Aditya Prakash (vocals) e Clarice Rarity al violino.

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“Xenos” di Akram Khan, dopo Romaeuropa, per due serate a Torinodanza


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"Xenos" di Akram Khan foto Jean Louis Fernandez

Dagli archivi del XX secolo, per il centenario della Prima Guerra Mondiale, il coreografo anglo-indiano Akram Khan (leggete mia intervista del 2012), ha trovato una storia, vera, drammatica che ha tradotto, insieme alla drammaturga Ruth Little e lo scrittore Jordan Tannahill, nel sogno di un soldato coloniale immaginario, in trincea insieme a un milione e mezzo di suoi connazionali chiamati alle armi e che fa rivivere, con struggente poesia, nel suo nuovo assolo Xenos (straniero). Lo spettacolo ha debuttato, in prima nazionale (18 -20 settembre) al Festival Romaeuropa, al Teatro Argentina, con ovazioni interminabili e sarà ospite alle Fonderie Limone Moncalieri per due serate, il 25 e 26 settembre (ore 20.45) per Torinodanza Festival. I nomi dimenticati di questi uomini riemergono e giungono al pubblico attraverso la voce scricchiolante di un grammofono a batteria, Xenos è un nuovo Prometeo, il Titano che creò l’uomo dell’argilla e rubò il fuoco agli Dei per consentire all’umanità di costruire una civiltà e per questo fu orribilmente punito, incatenato su una montagna e torturato. Il soldato di Khan combatte e muore nelle trincee della Grande Guerra e diventa metafora della colonizzazione; una danza di struggente bellezza con le scene di Mirella Weingarten, i costumi di Kimie Nakano, le luci di Michael Hulls, accompagnata dalla musica dal vivo composta da Vincenzo Lamagna con Nina Harries (contrabbasso e voce), B C Manjunath (percussioni e konnakol), Tamar Osborn (sassofono e baritono), Aditya Prakash (vocals) e Clarice Rarity al violino.

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