I miracoli di Maria – Balla da sola a 80 anni la “maga” della danza
Se esistono ancora persone che compiono dei miracoli, Maria Fux è una di queste. Con la sua danzaterapia ha fatto danzare sordi, ciechi, anziani, bambini down, celebrolesi. Minuta, un viso intelligente e dolcissimo, questa signora dotata di grande cultura (la pittura surrealista e la musica degli impressionisti hanno ispirato parecchi suoi lavori), nata in Argentina da una famiglia ebrea molto povera, non mente quando afferma: “Inizio la vita adesso, a ottant’anni”. Con grande passione –“ non sono una psicologa, neppure una terapista, sono un’artista”– persevera ancora nella sua missione girando per il mondo, dove organizza spettacoli, stage di formazione professionale e corsi aperti a tutti, disabili e non. Ha pubblicato vari libri, il più noto Frammenti di vita nella danzaterapia. L’abbiamo incontrata alla vigilia del suo spettacolo milanese, Sintesis de Vida, a cura dell’associazione “Sarabanda” di Elena Cerruto. Signora Fux, a ottant’anni affronta uno spettacolo da sola, non le sembra un po’ azzardato?
“Per me danzare è un lavoro, è il piacere di vivere, di respirare, è un modo per andare incontro agli altri. In Sintesis de Vida danzerò scene della mia vita attraverso la musica, il silenzio, la forma. Ritorno ai miei primi 15 anni, quando fui ispirata dalla lettura di un libro molto importante: la vita di Isadora Duncan, una ballerina molto famosa del secolo scorso che sviluppò l’idea della libertà del movimento”.
La danza come arteterapia: quando ha scoperto che la danza guarisce?
“Nella mia vita sono entrata in contatto con molte popolazioni primitive e ho compreso che la danza è una medicina non solo del corpo ma anche dell’anima”.
Nei suoi gruppi accoglie persone con diversi handicap e riesce a farle danzare: qual è il segreto della sua tecnica?
“Sento la vita perché l’altro mi sta vicino. Io sono solo un ponte, cerco di trasmettere amore e dare all’altro la possibilità di crescere. La danzaterapia non è una tecnica ma un metodo nato dall’arte; aiuta a integrare la persona attraverso una successione di movimenti che procurano confidenza e alimentano la creatività.”
In più occasioni ha affermato che tutti abbiamo dei limiti anche le persone ritenute normali: in che senso?
“I limiti dell’altro permettono di conoscere anche i nostri. Il sordo non sente ma vede le nuvole che si muovono, il cieco non vede ma sente se io canto “ti voglio bene assai”. Tutti siamo limitati, a volte crediamo di sentire e non sentiamo, di vedere e non vediamo. L’accettazione della diversità ci aiuta a usare la creatività”.
Quando è nata la sua passione per la danza?
”Il mio amore per la danza è cominciato quando ero ancora nel ventre di mia madre che aveva un problema ad una gamba. Quel limite della mamma mi ha fatto capire e amare l’handicap, io sono la gamba di mia madre che danza. A tredici anni le ho chiesto di danzare e lei mi ha sempre aiutata mentre mio padre non voleva perché ballare, a quell’epoca, era sinonimo di prostituzione”.
L’Argentina sta vivendo un periodo molto difficile, come pensa che uscirà da questa crisi?
“Il mio paese è in gravi difficoltà ma sono convinta che riuscirà a superare questo brutto periodo perché è popolato da gente meravigliosa che lavora nell’anonimato per far crescere la cultura degli emigranti. Questa nuova generazione ha molta fede e continua a seminare per far crescere nuovi frutti. In questo momento abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri paesi, anche dell’Italia.”
(Intervista pubblicata in “La Repubblica” 25/02/2002. Foto per motivi tecnici diversa)