Raffinate, ieratiche, commoventi Luo Lili e Gao Yanjinzi, affascinano il pubblico
Madre e figlia in scena, due donne dai lunghi, splendidi capelli neri, due generazioni, due culture in un confronto acceso, poetico, drammatico, autentico, Gao Yanjinzi, quarantaquattro anni, direttrice artistica della Beijing Modern Dance Company (1995) e sua madre, Luo Lili, classe 1945, si sono esibite al Festival MilanOltre ieri sera, con il loro cavallo di battaglia, il duetto Jue-Aware (Consapevole). Un pezzo di grande fascino premiato nel 2006 da Danza&Danza e che conferma, ancora oggi, la sua forza sospesa tra rigore e desiderio di libertà, bisogno di tenerezza e ribellione, sentimenti ben rappresentati nell’avvolgersi del corpo della figlia nel lungo nastro rosso, cucito tra le ampie maniche del kimono della madre che la trattiene, per poi lasciarla andare via, in un processo, quasi infinito, di distacco e riavvicinamento. Scandito in sei scene Copiare, Ereditare, Concatenare, Variazioni, Separare, Nulla, Jue-Aware seduce fin dall’inizio con l’immagine delle due donne, la madre seduta per terra, di spalle, avvolta nel kimono di seta colorata, i lunghi capelli neri e la figlia Gao, in una lunga gonna bianca che danza tra cinque piccoli cuscini di paglia (malgrado un problema al ginocchio ha ballato magnificamente), accompagnate dalle luci calde di Huang Zhigao e la musica di Liu Sola, “enfant terrible” della nuova scena musicale cinese.
Tradizione e modernità si confrontano anche nella coreografia, i passettini della madre che veloci percorrono il palcoscenico appartengono all’antico così come il lieve volteggiare delle mani nell’aria, mentre i movimenti della figlia ricordano l’espressionismo tedesco, il teatro danza di Pina Bausch (nel 2008 Yanjinzi era stata invitata dalla grande coreografa tedesca a creare il solo As I heard), le posizioni sedute lo stile di Martha Graham, i salti la modern dance americana, il tutto avvolto in un codice estetico di danza contemporanea orientale ricco di contemplazione e armonia. Gran finale con la comparsa in scena, sotto il manto della nonna, della nipotina, la terza generazione irrompe in scena come una sorpresa benevola e gioiosa.