“Gala Fracci” tra repertorio romantico e capolavori del Novecento
L’omaggio alla “Divina” della danza, Carla Fracci, alla seconda edizione del Gala a lei dedicato, parte da un ricordo importante, agli inizi della sua memorabile carriera. Licenzianda dalla Scuola di Ballo della Scala, fu scelta per l’iconico balletto di Michail Fokin, Le spectre de la Rose, su musica di Carl Maria von Weber, che seguiva l’opera La Sonnambula, di Luchino Visconti con Maria Callas. E’ proprio questo titolo, legato ai Ballets Russes che apre il Gala, il 7 giugno, con Jacopo Tissi e Letizia Masini, seguito dal passo a due da Le Loup (1953) di Roland Petit, musica di Henry Dutilleux, con Martina Arduino e Marco Agostino, al piano Takahiro Yoshikawa. Interpreti del romantico “Grand pas de deux” di Le Papillon, coreografato da Maria Taglioni e ripreso da Pierre Lacotte, Linda Giubelli e Nicola Del Freo, musica di Jacques Offenbach diretta da Kevin Rhodes. Lo struggente passo a due da La Dame aux Camélias , musica di Chopin, è affidato a Nicoletta Manni e Roberto Bolle mentre l’estratto da Le Pavillon D’Armide, sempre di John Neumeier, vede debuttare alla Scala, Davide Dato, primo ballerino dello Staatsballett di Vienna. Un Gala voluto dal direttore Manuel Légris che riporta in scena Verdi Suite, per ripercorrere tutti i registri interpretativi che Fracci ha regalato al mondo, attraverso balletti del grande repertorio romantico ma anche capolavori del Novecento. Pensiamo a L’après–midi d’un faune di Amedeo Amodio e After The Rain, del coreografo Christopher Wheeldon, danzato insieme, per la prima volta, da Alessandra Ferri e Bolle ma anche Il Lago dei Cigni di Nureyev, con Manni e Timofej Andrijashenko e Pas classique hongrois da Raymonda, con Arduino, Turnbull, Andreanò e il Corpo di Ballo della Scala. Una serata speciale per continuare a omaggiare un’intramontabile stella, figlia di un tranviere, nata e scomparsa nella sua Milano che le ha intitolato proprio un tram. teatroallascala.org