I Corpi Over di Preljocaj tra etica ed estetica
Teatro affollatissimo, l’Arena del Sole, a Bologna, per il debutto italiano, domenica 12 marzo, del nuovo lavoro Birthday Party del coreografo franco-albanese Angelin Preljocaj che questa volta, su invito della Fondazione Nazionale della Danza-Aterballetto, nell’ambito di CARNE, focus di drammaturgia fisica, a cura di Michela Lucenti, ha affrontato il tema dell’invecchiamento dei corpi e la sua bellezza. Presentato, in prima assoluta, a Parigi il 15 febbraio, a Chaillot – Théâtre National de la Danse e, ai primi di marzo, al Pavillon Noir a Aix-en-Provence, lo spettacolo coinvolge otto danzatori « senior », professionisti e non, tra i 65 e gli 80 anni, impegnati in una coreografia nata su misura per loro, di grande impatto emotivo ed estetico. Saltato, per cause maggiori (uno sciopero all’aereoporto di Parigi), l’altro pezzo in programma, Un jour nouveau di Rachid Ouramdane che però tornerà, in scena, nei prossimi appuntamenti (4/11 2023 Reggio Emilia, 5,6/12 2023 Milano, 14-17 marzo 2024 Trento, 21-24 marzo 2024 Bolzano). Birthday Party inizia con gli otto interpreti, uomini e donne, immobili, in fila, paladini che sembrano usciti da un poema cavalleresco, nei costumi disegnati da Eleonora Peronetti, ma anche sorta di maratoneti – operai, in tute blu. Bloccati come in uno scatto fotografico i corpi iniziano poi a muoversi, accompagnati da riflessioni, in francese, della filosofa, scrittrice Simone de Beauvoir che, al tema, ha dedicato anche un libro, “La terza età” per rompere quello che descrive come “la congiura del silenzio”. Una crepa della nostra società occidentale dove “la vecchiaia resta un segreto vergognoso, un soggetto proibito”. La statiticità dei corpi s’interrompe attraverso un grande sospiro collettivo che lascia spazio a un delicato solo di una danzatrice prima che il gruppo si raccolga di nuovo, in divise blu, accompagnato da un canto sovietico popolare. Alla grazia subentra la forza, i piedi battono il suolo, le braccia piegate con i pugni, gli sguardi a terra, l’immagine è quella di un piccolo plotone pronto a resistere e a combattere.
La coreografia cambia ancora registro e si apre alle coppie, un uomo e una donna s’esibiscono in un passo a due di una tenerezza struggente, tra abbracci, carezze , ognuno si prende cura dell’altro, un incontro toccante tra corpi fragili; poi è la volta di due uomini e due donne che si baciano sulla bocca in uno schema “politic correct” (fin troppo scontato) ma che persegue il desiderio di raccontare storie autentiche. E’ una coreografia ricca di spunti quella di Preljocaj che, a un certo punto veste i suoi danzatori con tute bianche da astronauti e le teste incappucciate in maschere spinose, tecnologia usata da certi animali per difendersi dai predatori, forse quegli umani che oggi sembrano non accettare più i vecchi, marziani di un pianeta lontano. Birthday Party accompagna il pubblico per mano, con un mix di musiche e canzoni suggestive di 79D e di Anton Bruckner, Józef Plawiński, Paul Williams, Lee Hazlewood, Jean- Sébastien Bach, Maxime Loaëc, Craig Armstrong, Stinky Toys, alle sorgente di emozioni profonde, attraverso la gestualità di corpi che sprigionano tenerezza, forza, empatia, cura e anche divertimento. Gli otto protagonisti infatti, guidati da una cantante rock, ballano sfrenati, felici, senza inibizioni, mossi da un’inarrestabile voglia di vivere. Uno spettacolo che commuove, dal quale è impossibile distrarsi un momento per la bravura di un cast affiatatissimo che, non solo interagisce con le movenze dei corpi, tra danza e arti marziali (tai chi, katikati) ma con i vissuti più autentici di lunghe vite interiorizzate. Un lavoro che nasce dall’urgenza di raccontare un patrimonio umano attraverso il proprio paesaggio geologico: il corpo.