Il ricco cartellone di Fog tra danza, live art, teatro e musica


Il ricco cartellone di Fog tra danza, live art, teatro e musica
CVA Quiet Light Photo Mathilda Olmi

Dopo la serata inaugurale, entra nel vivo la programmazione dell’ottava edizione di FOG Performing Arts Festival, il progetto di Triennale Milano Teatro dedicato alle nuove frontiere delle live art internazionali: tre gli spettacoli  di danza in programma nella prima settimana di febbraio. Martedì 4 e mercoledì 5 febbraio doppio appuntamento a Triennale Milano con la prima italiana dello spettacolo Quiet Light della coreografa belga, residente in Svizzera, Cindy Van Acker (Sala Teatro, ore 19.30) e la performance nothing deeper di Elena Rivoltini (Foyer,ore 18.30 e 21). Il nuovo progetto di Cindy Van Acker, un duetto ispirato alle opere del pittore fiammingo Léon Spilliaert (1881-1946): artista di difficile classificazione, vicino al simbolismo, ma anche all’espressionismo e talvolta ai limiti dell’astrattismo, Spilliaert trascorse la maggior parte della sua vita nella città natale Ostenda, sulla costa del Mare del Nord, che rappresentò anche la sua più grande ispirazione. Delle sue tele lo spettacolo conserva l’abisso degli orizzonti vaporosi, l’inchiostro della notte, la forza trattenuta dei paesaggi marini e le apparizioni insolite. Alla base del lavoro vi è l’idea di incompiuto, il sentimento di irrilevanza e la serena accettazione del fatto che tutto è vano. In scena, le danzatrici Stéphanie Bayle e Daniela Zaghini -sue storiche interpreti -si intrecciano con lo spazio vuoto, trascinano gli spettatori in un poetico incontro con l’anima,la materia e la luce, rivelando il teatro nella sua essenzialità: la ricerca del senso dell’effimero. In occasione dello spettacolo e all’interno del Public Program di Triennale Milano, Cindy Van Acker condurrà  mercoledì 5 febbraio (ore 11.00) un laboratorio gratuito di due ore dedicato agli aspetti fondamentali della sua ricerca artistica: la considerazione del corpo come materia oggettiva, l’importanza dell’induzione mentale, il movimento continuo. In nothing deeper la performer e sound artist Elena Rivoltini (diplomata all’Accademia del Piccolo Teatro) utilizza le tecniche di “appoggio” del canto lirico, i meccanismi laringei, la respirazione diaframmatica, i movimenti intercostali, gli organi semi-volontari per dare vita a una sorprendente pratica di field recording del paesaggio anatomico, che nella sua dimensione di ascolto collettivo, intende rappresentare un atto di ribellione contro le pratiche di medicalizzazione dei corpi femminili e marginalizzati. Sabato 8 e domenica 9 febbraio il trittico Cathedral – Tenir le Temps – Touch Base firmato dal Ballet Junior de Genève insieme ai coreografi Marcos MorauRachid Ouramdane e Marne Van Opstal. Creato nel 1980 da Beatriz Consuelo, il Ballet Junior de Genève (BJG) è composto da oltre 30 giovani ballerini da tutto il mondo e rappresenta un vero e proprio trampolino di lancio tra formazione e carriera professional

Ballet_Junior© Mark Henley/Panos Pictures

Per FOG viene presentato il trittico di opere composto da Cathedral, con la musica spirituale di Arvo Pärt, del coreografo spagnolo Marcos Morau (1982), la cui produzione italiana-Grand Scale Notte Morricone, con i danzatori di Aterballetto, è stata premiata da Danza&Danza 2024; Tenir le temps, con la partitura del compositore Jean-Baptiste Julien, uno dei pezzi più danzati di Rachid Ouramdane (1971), nato a Nîmes  da una famiglia di rifugiati della guerra d’Algeria che scopre la danza all’età di dodici anni attraverso l’hip hop. Il terzo pezzo, Touch Base, con le coreografie e le scelte musicali del coreografo olandese, Marne Van Opstal, famoso anche per le sue performances in eventi di moda con il fratello Imre, è un percorso unico che farà entrare lo spettatore in un universo di passione e bellezza disegnato dal linguaggio inventivo del movimento.

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CVA Quiet Light Photo Mathilda Olmi

Dopo la serata inaugurale, entra nel vivo la programmazione dell’ottava edizione di FOG Performing Arts Festival, il progetto di Triennale Milano Teatro dedicato alle nuove frontiere delle live art internazionali: tre gli spettacoli  di danza in programma nella prima settimana di febbraio. Martedì 4 e mercoledì 5 febbraio doppio appuntamento a Triennale Milano con la prima italiana dello spettacolo Quiet Light della coreografa belga, residente in Svizzera, Cindy Van Acker (Sala Teatro, ore 19.30) e la performance nothing deeper di Elena Rivoltini (Foyer,ore 18.30 e 21). Il nuovo progetto di Cindy Van Acker, un duetto ispirato alle opere del pittore fiammingo Léon Spilliaert (1881-1946): artista di difficile classificazione, vicino al simbolismo, ma anche all’espressionismo e talvolta ai limiti dell’astrattismo, Spilliaert trascorse la maggior parte della sua vita nella città natale Ostenda, sulla costa del Mare del Nord, che rappresentò anche la sua più grande ispirazione. Delle sue tele lo spettacolo conserva l’abisso degli orizzonti vaporosi, l’inchiostro della notte, la forza trattenuta dei paesaggi marini e le apparizioni insolite. Alla base del lavoro vi è l’idea di incompiuto, il sentimento di irrilevanza e la serena accettazione del fatto che tutto è vano. In scena, le danzatrici Stéphanie Bayle e Daniela Zaghini -sue storiche interpreti -si intrecciano con lo spazio vuoto, trascinano gli spettatori in un poetico incontro con l’anima,la materia e la luce, rivelando il teatro nella sua essenzialità: la ricerca del senso dell’effimero. In occasione dello spettacolo e all’interno del Public Program di Triennale Milano, Cindy Van Acker condurrà  mercoledì 5 febbraio (ore 11.00) un laboratorio gratuito di due ore dedicato agli aspetti fondamentali della sua ricerca artistica: la considerazione del corpo come materia oggettiva, l’importanza dell’induzione mentale, il movimento continuo. In nothing deeper la performer e sound artist Elena Rivoltini (diplomata all’Accademia del Piccolo Teatro) utilizza le tecniche di “appoggio” del canto lirico, i meccanismi laringei, la respirazione diaframmatica, i movimenti intercostali, gli organi semi-volontari per dare vita a una sorprendente pratica di field recording del paesaggio anatomico, che nella sua dimensione di ascolto collettivo, intende rappresentare un atto di ribellione contro le pratiche di medicalizzazione dei corpi femminili e marginalizzati. Sabato 8 e domenica 9 febbraio il trittico Cathedral – Tenir le Temps – Touch Base firmato dal Ballet Junior de Genève insieme ai coreografi Marcos MorauRachid Ouramdane e Marne Van Opstal. Creato nel 1980 da Beatriz Consuelo, il Ballet Junior de Genève (BJG) è composto da oltre 30 giovani ballerini da tutto il mondo e rappresenta un vero e proprio trampolino di lancio tra formazione e carriera professional

Ballet_Junior© Mark Henley/Panos Pictures

Per FOG viene presentato il trittico di opere composto da Cathedral, con la musica spirituale di Arvo Pärt, del coreografo spagnolo Marcos Morau (1982), la cui produzione italiana-Grand Scale Notte Morricone, con i danzatori di Aterballetto, è stata premiata da Danza&Danza 2024; Tenir le temps, con la partitura del compositore Jean-Baptiste Julien, uno dei pezzi più danzati di Rachid Ouramdane (1971), nato a Nîmes  da una famiglia di rifugiati della guerra d’Algeria che scopre la danza all’età di dodici anni attraverso l’hip hop. Il terzo pezzo, Touch Base, con le coreografie e le scelte musicali del coreografo olandese, Marne Van Opstal, famoso anche per le sue performances in eventi di moda con il fratello Imre, è un percorso unico che farà entrare lo spettatore in un universo di passione e bellezza disegnato dal linguaggio inventivo del movimento.

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