Passionali, vibranti, drammatici: Hallberg e Zakharova coppia sublime in “Giselle” alla Scala
Ogni grande artista ha regalato una sua unica, speciale, convincente, interpretazione di Giselle (1841), capolavoro romantico di Jean Coralli e Jules Perrot su musiche di Adolph Adam, una magia che si è replicata nel corso degli anni anche alla Scala con artisti eccezionali. La lista è lunga e non esaustiva: Carla Fracci prima con Eric Bruhn e poi con Rudolf Nureyev, Anna Razzi con Paolo Bortoluzzi e Marco Pierin, Sylvie Guillem e Jonathan Cope, Alessandra Ferri e Massimo Murru, Natalia Osipova e Sergei Polunin, Roberto Bolle e Svetlana Zakharova. La magia è tornata anche la sera del 17 settembre grazie a un’altra coppia stupenda, David Hallberg e Zakharova (ancora insieme il 19 e 24 settembre, ore 20) che ci hanno regalato grandi emozioni nella ripresa coreografica di Yvette Chauviré (Teatro alla Scala, fino all’8 ottobre). L’esecuzione di Hallberg nel ruolo di Albrecht, duca di Slesia ma che si presenta sotto false vesti, è passionale, vibrante, drammatica nel primo atto e smarrita, poetica, soave nel secondo dove, come un divo romantico, con un lungo mantello e un mazzo di gigli bianchi in mano, l’étoile americana approda come un fulmine a ciel sereno, nel mondo misterioso delle Villi, le fanciulle morte prima del matrimonio, capeggiate da Myrtha, interpretata con rigore e leggiadria da Maria Celeste Losa. Hallberg ha riconquistato la scena dopo due lunghi anni e mezzo di inattività a causa di un intervento alla caviglia con una carica interpretativa meravigliosa, accompagnato dal capolavoro musicale di Adam diretto, con molta vivacità da David Coleman; si è calato nel personaggio con grande patema e smarrimento di fronte alla pazzia di Giselle, una Zakharova che, alla scoperta del tradimento, alterna il registro dell’incredulità a quello della disperazione con una mimica straziante: gli occhi vaganti in cerca di qualcuno che potesse negare la realtà di una verità così dolorosa fino al cedimento finale, tragico e sublime nello stesso tempo. Ma Zakharova sprizza anche felicità con quella naturalezza e lievità che solo le grandi stelle sanno elargire come un dono legittimo del loro corpo, quando danza con Albrecht, durante la festa della vendemmia, in quell’incontro non previsto ma così toccante ed effonde una grazia soprannaturale, nel secondo atto, quando abbraccia la sua missione di anima redentrice e salvifica. La coppia di contadini Martina Arduino e Nicola Del Freo s’esibiscono con leggerezza e ottima tecnica nel passo a due del primo atto, la madre di Giselle, Beatrice Carbone convince per la sua mimica, Hilarion, il fidanzato scontroso e arrabbiato è interpretato molto bene da Mick Zeni, Marta Romagna si è calata con disinvoltura nel ruolo della Principessa Bathilde, promessa sposa di Albrecht, le villi, le sei amiche e tutto il corpo di ballo scaligero hanno danzato con delicatezza, amabilità e tecnica. Giselle, dopo la tournée estiva a Hong Kong e Australia continua, con successo, a incantare e commuovere il pubblico.Vittoria Valerio e Claudio Coviello si esibiranno nella recita pomeridiana del 19/9 e nella serale del 3/10 mentre Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko il 30/9, il 3/10 pom. e nel ciclo ScalAperta l’8/10.