Rifare Bach un viaggio nella Bellezza tra musica e natura


Rifare Bach un viaggio nella Bellezza tra musica e natura
"Rifare Bach" Ph Salvatore Pastore

Si entra con delicatezza nel suggestivo, affascinante, poetico nuovo spettacolo Rifare Bach (la naturale bellezza del creato) della Compagnia Zappalà Danza, ieri sera, al Teatro Elfo Puccini (replica stasera ore 20.30) ospite di MilanOltre dopo il successo del recente debutto a Napoli Teatro Festival. I suoni misteriosi della natura, il muggito di una mucca, il cinguettio degli uccelli, fruscii, scalpiti di un cavallo, il canto di una balena, il ronzio delle api o il bubolare del gufo, si alternano, per un’ora, con la musica di Bach, in un susseguirsi di splendidi assoli, duetti, movimenti di gruppo dei dieci danzatori, in tute  di velluto colorate (ideate da Veronica Cornacchini e Zappalà) in una danza varia, dove l’umano e l’animale si mescolano, carica di energia e bellezza. Braccia che vibrano nell’aria,  camminate in punta di piedi o con le ginocchia flesse, spalle e gomiti che si aprono come ali di uccelli o di farfalle, le mani che sventolano, sorte di ventagli piumati, sopra la testa o in fuori per donare fremiti di vita in una danza espressionista dove le bocche si spalancano come nell’Urlo di Edvard Munch e gli occhi truccati, le mani aperte, evocano urgenze non più rinviabili. Tra queste, sicuramente, la salvaguardia dell’ambiente, messaggio scritto a chiare lettere sulle magliette indossate, a fine spettacolo tra i calorosi applausi del pubblico, da questi generosi, bravi  danzatori e dal coreografo con la scritta “1 sola vita, 1 solo pianeta”. Ma Rifare Bach è qualcosa di più di un semplice messaggio ecologista,  forse oggi anche un po’ scontato, è un lavoro poetico sull’Infinito: la natura e il potere universale della musica di Bach che spazia da Aria sulla quarta corda, Variazioni Goldberg, Sarabanda dalla Partita n°1, Preludio in Do min, Siciliano dalla sonata in mi bemolle maggiore, Invenzione in re minore, Cantata n°29, Toccata e fuga per organo e per piano, concerto per violino in La min fino al quadro finale, con i danzatori imbiancati dai fiocchi di neve e accarezzati da una pioggia di petali rossi, accompagnati dalla Messa in si minore Crocifixus. Uno spettacolo dalla gestualità intensa, essenziale nella scenografia, carico di poesia  che ci vuole riportare per mano, senza paura, alle nostre origini, in quell’Eden perduto, a patto di imparare a fermarci per ascoltare il silenzio della Natura, i suoi suoni, le sue suggestioni e Bach perché la sua musica, anche rivisitata con l’elettronica e il jazz, regala la consapevolezza di esserci, qui ed ora, nella Bellezza palpitante del creato.

 

 

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Rifare Bach un viaggio nella Bellezza tra musica e natura


Rifare Bach un viaggio nella Bellezza tra musica e natura
"Rifare Bach" Ph Salvatore Pastore

Si entra con delicatezza nel suggestivo, affascinante, poetico nuovo spettacolo Rifare Bach (la naturale bellezza del creato) della Compagnia Zappalà Danza, ieri sera, al Teatro Elfo Puccini (replica stasera ore 20.30) ospite di MilanOltre dopo il successo del recente debutto a Napoli Teatro Festival. I suoni misteriosi della natura, il muggito di una mucca, il cinguettio degli uccelli, fruscii, scalpiti di un cavallo, il canto di una balena, il ronzio delle api o il bubolare del gufo, si alternano, per un’ora, con la musica di Bach, in un susseguirsi di splendidi assoli, duetti, movimenti di gruppo dei dieci danzatori, in tute  di velluto colorate (ideate da Veronica Cornacchini e Zappalà) in una danza varia, dove l’umano e l’animale si mescolano, carica di energia e bellezza. Braccia che vibrano nell’aria,  camminate in punta di piedi o con le ginocchia flesse, spalle e gomiti che si aprono come ali di uccelli o di farfalle, le mani che sventolano, sorte di ventagli piumati, sopra la testa o in fuori per donare fremiti di vita in una danza espressionista dove le bocche si spalancano come nell’Urlo di Edvard Munch e gli occhi truccati, le mani aperte, evocano urgenze non più rinviabili. Tra queste, sicuramente, la salvaguardia dell’ambiente, messaggio scritto a chiare lettere sulle magliette indossate, a fine spettacolo tra i calorosi applausi del pubblico, da questi generosi, bravi  danzatori e dal coreografo con la scritta “1 sola vita, 1 solo pianeta”. Ma Rifare Bach è qualcosa di più di un semplice messaggio ecologista,  forse oggi anche un po’ scontato, è un lavoro poetico sull’Infinito: la natura e il potere universale della musica di Bach che spazia da Aria sulla quarta corda, Variazioni Goldberg, Sarabanda dalla Partita n°1, Preludio in Do min, Siciliano dalla sonata in mi bemolle maggiore, Invenzione in re minore, Cantata n°29, Toccata e fuga per organo e per piano, concerto per violino in La min fino al quadro finale, con i danzatori imbiancati dai fiocchi di neve e accarezzati da una pioggia di petali rossi, accompagnati dalla Messa in si minore Crocifixus. Uno spettacolo dalla gestualità intensa, essenziale nella scenografia, carico di poesia  che ci vuole riportare per mano, senza paura, alle nostre origini, in quell’Eden perduto, a patto di imparare a fermarci per ascoltare il silenzio della Natura, i suoi suoni, le sue suggestioni e Bach perché la sua musica, anche rivisitata con l’elettronica e il jazz, regala la consapevolezza di esserci, qui ed ora, nella Bellezza palpitante del creato.

 

 

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