Versione “psichedelica” di Bayadère con il Nuovo Balletto di Toscana


Versione “psichedelica”  di Bayadère con il Nuovo Balletto di Toscana
Nuovo Balletto di Toscana

Una Bayadère rivisitata in chiave contemporanea, è questa la nuova sfida del coreografo e performer Michele Di Stefano (1963), nome di punta della danza italiana, fondatore del gruppo MK che propone una sua versione dal titolo Bayadère-Il regno delle ombre del celebre balletto con musica di Ludwig Minkus e musiche originali del compositore Lorenzo Bianchi Hoesch,in prima assoluta, il 30 maggio, al Teatro Sociale di Trento con dodici ballerini del Nuovo Balletto di Toscana diretto da Cristina Bozzolini. Prima tappa di una tournée italiana che proseguirà il 15 luglio al Teatro Comunale Città di Vicenza, il 5 agosto al Teatro Romano di Verona, il 20 Ottobre alla Fonderia Aterballetto di Reggio Emilia e il 28 Ottobre al Teatro Piccinni di Bari. Entriamo nel vivo dello spettacolo con le parole di Di Stefano:“Bayadere è un balletto intriso di esotismo idealizzato, sia nella trama melodrammatica che nell’estetica dell’insieme.Nella tradizione la sua scena più celebre, il Regno delle Ombre, si presenta borderline al limite tra il reale e l’aldilà, dove le ombre che appaiono sono come congelate nella loro tragica condizione e i movimenti che compiono sono rituali; l’atto esprime una visione che esula dal contesto e che apre a un passaggio di puro movimento, astratto e lucido nella sua semplicità formale. Il mio interesse è rivolto proprio al potenziale compositivo che questa scena contiene, non per replicarla ma per scatenare tutta la sua forza dinamica ed anche per restituire all’allucinazione di Solor la sua vera natura psichedelica. Pensato per un ensemble di talenti giovanissimi, questo nuovo Regno delle Ombre così misteriosamente carico di suggestioni, appartiene ai tempi eccezionali che stiamo vivendo, perché fa riferimento a qualcosa di perduto e a qualcosa di possibile allo stesso tempo, qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l’intreccio delle loro traiettorie, in uno spazio che non è più soltanto un al di là ma è un presente che desidera essere reinventato con delicatezza e passione”.

 

 

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Una Bayadère rivisitata in chiave contemporanea, è questa la nuova sfida del coreografo e performer Michele Di Stefano (1963), nome di punta della danza italiana, fondatore del gruppo MK che propone una sua versione dal titolo Bayadère-Il regno delle ombre del celebre balletto con musica di Ludwig Minkus e musiche originali del compositore Lorenzo Bianchi Hoesch,in prima assoluta, il 30 maggio, al Teatro Sociale di Trento con dodici ballerini del Nuovo Balletto di Toscana diretto da Cristina Bozzolini. Prima tappa di una tournée italiana che proseguirà il 15 luglio al Teatro Comunale Città di Vicenza, il 5 agosto al Teatro Romano di Verona, il 20 Ottobre alla Fonderia Aterballetto di Reggio Emilia e il 28 Ottobre al Teatro Piccinni di Bari. Entriamo nel vivo dello spettacolo con le parole di Di Stefano:“Bayadere è un balletto intriso di esotismo idealizzato, sia nella trama melodrammatica che nell’estetica dell’insieme.Nella tradizione la sua scena più celebre, il Regno delle Ombre, si presenta borderline al limite tra il reale e l’aldilà, dove le ombre che appaiono sono come congelate nella loro tragica condizione e i movimenti che compiono sono rituali; l’atto esprime una visione che esula dal contesto e che apre a un passaggio di puro movimento, astratto e lucido nella sua semplicità formale. Il mio interesse è rivolto proprio al potenziale compositivo che questa scena contiene, non per replicarla ma per scatenare tutta la sua forza dinamica ed anche per restituire all’allucinazione di Solor la sua vera natura psichedelica. Pensato per un ensemble di talenti giovanissimi, questo nuovo Regno delle Ombre così misteriosamente carico di suggestioni, appartiene ai tempi eccezionali che stiamo vivendo, perché fa riferimento a qualcosa di perduto e a qualcosa di possibile allo stesso tempo, qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l’intreccio delle loro traiettorie, in uno spazio che non è più soltanto un al di là ma è un presente che desidera essere reinventato con delicatezza e passione”.

 

 

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